mercoledì 3 agosto 2011
sabato 13 marzo 2010
INDICE eco-marche
01) Indice argomenti eco-marche
02) Daniel Cohn-Bendit
03) DONNE
04) 2010 Anno della BIODIVERSITA'
05) IL FUTURO? IL FUTURO!
06) ECONOMIA SOSTENIBILE
07) TUTTI INSIEME
08) VOCE VERDE aggiornamento 16/05/2010
09) Gruppo Cinque Terre
10) CLIMA
11) AGENDA VERDE MARCHE
12) AGENDA VERDE ITALIA
13) TRASPORTO SOSTENIBILE
14) MARCHE NOTIZIE AMBIENTE
15) RIFIUTI
16) STOP CONSUMO TERRITORIO
17) NUCLEARE
18) perchè eco-marche blog
lunedì 8 marzo 2010
Daniel Cohn-Bendit - Europe Ecologie
13 Aprile 2010 «Il Novecento è finito La sinistra si svegli»
Intervista a Daniel Cohn-Bendit
«Per immaginare il futuro della sinistra non conta tanto stabilire da dove veniamo, ma dove vogliamo andare. Non è importante se uno è ecologista, socialista o comunista, la stagione dei partiti è finita in ogno caso. Penso che oggi non abbiano più senso né i partiti-azienda né i partiti-macchina: credo che dovremmo tutti immaginarci qualcosa di diverso, inventare una cooperativa politica, capace di tradurre una tendenza in strategia. E’ necessario ripoliticizzare la società civile e, contemporaneamente, civilizzare la società politica». Daniel Cohn-Bendit questa sua formula la va ripetendo da tempo, già da prima delle recenti elezioni regionali che hanno visto la formazione di Europe Écologie, di cui è stato uno dei fondatori, raccogliere il dodici e mezzo per cento dei consensi, dopo che alle europee del 2008 aveva toccato il sedici. Figlio di ebrei tedeschi rifugiatisi in Francia durante il nazismo, Cohn-Bendit è stato uno dei protagonisti del Maggio ’68 parigino. Approdato al movimento dei Verdi è stato eletto nel 1989 al consiglio comunale di Francoforte, dove è diventato responsabile per gli affari multiculturali. Dal 1994 è deputato europeo. La sua proposta per la costruzione di una nuova sinistra è stata raccolta nel volume Che fare? pubblicato recentemente da Nutrimenti (pp. 144, euro 12.00).
All’indomani delle recenti elezioni regionali francesi lei ha ribadito un tema su cui sta riflettendo da tempo, quello della fine dei vecchi partiti novecenteschi. Ci può spiegare di che si tratta? E’ la forma tradizionale di organizzazione dei partiti, così come si è andata definendo nel corso del Novecento, che penso debba essere messa in discussione oggi. Allo stesso modo è un parte del bagaglio ideologico della sinistra, ma anche della destra, che deve essere rivisto: in particolare tutto ciò che è legato all’idea che basti la semplice crescita economica per risolvere ogni problema di redistribuzione della ricchezza e di uguaglianza sociale. Credo che in questo nuovo millennio non si possano più affrontare le cose in questi termini, del resto le nuove povertà e le nuove esclusioni che crescono proprio nei paesi più ricchi e sviluppati sono lì a dimostrarlo.
In quest’ottica, quale percorso auspica per la sinistra? C’è bisogno che tutta la sinistra si interroghi in modo nuovo, al di là delle diverse sensibilità che esprime attualmente: dai socialdemocratici alla sinistra radicale fino a ciò che io definisco come una nuova posizione politica emergente, vale a dire quella incarnata dall’ecologia. Si dirà che l’ecologia non rappresenta più una novità dell’ultima ora, eppure credo che continui a sfidare l’identità più “tradizionalista” delle sinistre, le loro storie e le loro forme di presenza e azione nella società, il loro stesso modo di fare politica. Ecco, intanto si potrebbe ripartire da questa sfida che mi sembra molto interessante e, potenzialmente, prolifica.
Lei ha detto che i partiti sono morti e che la forma di aggregazione a cui pensa è quella della cooperativa: ma cosa rappresenta una coop in politica? Parlare di “cooperativa” riguardo alla politica significa un po’ tornare a una parte del nostro patrimonio politico, quella rappresentata dalle pratiche e dall’idea dell’autogestione. Io ne parlo per indicare la ricerca di forme di cooperazione politica che sappiano sottrarsi alla solita “macchina della politica” gerarchizzata e sempre pronta a strumentalizzare la disponibilità e la passione dei militanti. Penso a una “cooperativa politica” dove ciascuno conta per quello che fa, e ogni elettore può far pesare il suo voto, senza che su tutto questo si produca la solita formazione di stati maggiori e di funzionari. Se oggi c’è qualcosa di nuovo che si sta mettendo in moto nella società, non si deve fare l’errore di affidare all’ennesimo “nuovo” partito questa dinamica: si deve immaginare una forma nuova che rispetti la pluralità e, al contempo, la singolarità delle sue componenti.
In “Che fare?” ha scritto che solo questa “nuova politica” potrà cogliere appieno le trasformazioni avvenute nella sfera produttiva e il diffondersi di quel capitalismo cognitivo che sfrutta ogni forma di relazione umana e di sapere. In quale modo potrà avvenire? Diciamo che la società cognitiva in cui siamo immersi ci consente di immaginare anche nuove forme per l’organizzazione politica, per esempio utilizzando la rete, dove gli scambi sono immediati e privi di “gerarchia”. In questa prospettiva, di una società più libera e aperta, possiamo immaginare che proprio il nuovo ruolo assunto dal sapere ci indirizzi verso il superamento delle fondamenta stesse del capitalismo.
Oggi in Europa non ci si misura solo con la crisi delle sinistre, ma con una potente ventata di destra, se non una vera e propria Rivoluzione Conservatrice che accompagna e interpreta una ristrutturazione economica e sociale. L’ultimo paese da cui è venuto un tale segnale è l’Ungheria dove si è votato nel weekend. Cosa ne pensa? Intanto, proprio in Ungheria si è assistito alla spettacolare crescita dell’estrema destra razzista e antisemita e della nuova destra neoliberale, al crollo della socialdemocrazia locale, proveniente daggli ambienti postcomunisti, ma anche dall’affermazione, ed è la prima volta in un paese dell’Est, di una forza ecologista di sinistra che ha raccolto circa il sette per cento dei consensi. Quindi anche qui si misurano più o meno le stesse tendenze che vediamo all’opera in Italia o in Francia o in altri paesi più ricchi e organizzati. L’ecologia politica emerge come la migliore risposta alla deriva autoritaria neoliberale, quando non apertamente venata di fascismo, che si sta sviluppando nelle nostre società. Di fonte alle inquietudini sorte nell’ambito delle società globalizzate le due ipostesi sono in campo: personalmente considero l’ecologia la vera alternativa alle spinte reazionarie.
Quindi, come uscire dalla crisi sociale e politica contrastando le spinte regressive e razziste che emergono un po’ ovunque in Europa? Bisogna mettere la società davanti alle proprie responsabilità. Alla crisi legata alla globalizzazione e alle forme di funzionamento del capitalismo, si può rispondere con l’individualismo generalizzato - in Italia avete un’ottima formula, quella di qualunquismo, per descrivere questa tendenza - incarnato ad esempio dalla figura di Silvio Berlusconi, oppure con la costruzione di una nuova solidarietà. E’ questo il vero tema che fa da sfondo al dibattito che si è aperto nella sinistra europea: un altro modo di fare e vivere la politica e un’innovazione potente nel linguaggio come nelle proposte può cercare di far pendere le nostre società verso lo spazio di una nuova solidarietà, piuttosto che in quello dell’individualismo dove crescono le nuove destre e il razzismo.
Ci sono delle nuove parole d’ordine per spiegare tutto ciò alle persone? Non è con le parole d’ordine che si possono convincere le persone, ma con una nuova credibilità nel proprio comportamento politico. E soprattutto con una nuova politica.
Guido Caldiron in data:13/04/2010
.
.
07 Marzo 2010 Daniel Cohn-Bendit Leader di Europe Ecologie manda un messaggio video ai Verdi italiani clicca qui
venerdì 15 gennaio 2010
DONNE
15 marzo 2010 E’ sempre più indispensabile al giorno d’oggi parlare di qualità della vita ed in particolare di qualità della vita dei cittadini, se riferito al recente dibattito a Civitanova sulle polveri sottili e sulla qualità dell’aria in centro città. La qualità della vita non può che essere il tema centrale su cui impostare qualsiasi politica sociale ed economica per ogni Amministratore pubblico, così come nei rapporti umani, nelle relazioni e anche nella vita lavorativa di chiunque.
Sulla qualità ho sempre pensato di dover puntare anche io nella mia professione di architetto cercando nella bioarchitettura e nell’urbanistica sostenibile una risposta ai problemi della progettazione nel mio campo professionale.
Insieme al Circolo cittadino di Legambiente, di cui faccio parte attivamente da alcuni anni, ho per gli stessi principi aderito favorevolmente al progetto “insieme per una vita migliore”; progetto finanziato dal Centro Servizi per il volontariato di Macerata e redatto insieme ad altre associazioni di volontariato civitanovesi che nello stesso nome rimanda alla necessità di porre al centro di riflessioni in ambito ambientale, medico, sociale ed etico l’importanza di un modello di vita basato sulla salute e sulla qualità della vita.
In tema di mobilità sostenibile sono stata promotrice e ideatrice del progetto di Legambiente di educazione ambientale recentemente avviato insieme alle scuole che invita ragazzi e famiglie a spostamenti all’interno del territorio comunale in modo più attento all’ambiente; attraverso i loro progetti e le loro idee messe a confronto in un “concorso grafico” sono stati premiate idee e soluzioni che gli stessi bambini hanno trovato per risolvere le criticità riscontrate all’interno dei quartieri in termini di mancanza di spazi verdi e di percorsi sicuri casa- scuola.
Mi è caro percio particolarmente il tema della mobilità sostenibile in una città dove merci e persone si muovono prevalentemente tramite mobilità privata con uno scarso ruolo dei mezzi pubblici e un trasporto urbano sottoutilizzato. Un tema, quello della mobilità cittadina, mai seriamente affrontato dalle Amministrazioni comunali che si sono succedete in questi anni, fatto di interventi discontinui e incerti che hanno via via privilegiato i luoghi dove parcheggi, viabilità e commercio sono stati prima studiati a tavolino e dove, con chiarezza e criteri condivisi, sono stati fatti progetti e realizzate idee.
Ben venga allora un consiglio comunale aperto: Purchè sia l’inizio di un tavolo di consultazione condiviso con tutte le forme di rappresentanza dei cittadini per sostenere e promuovere scelte concrete sul tema e per dare uno slancio e far fare un salto di qualità alla città, al suo centro storico e alle attività lavorative che negli anni con successo si sono li stabilizzate.
In linea con le scelte condivise da quasi tutte le città italiane la mia idea a proposito non può che essere favorevole pertanto alla eco - zona del centro ma a questa iniziativa deve corrispondere tuttavia, in primo luogo, uno studio concreto sulle modalità di accesso carrabile e pedonale agli ingressi di quest’area dai vari punti della città, l’incentivazione dei trasporti urbani e non ultima la parallela vivacizzazione delle attività comnmerciali dei luoghi centrali.
Sono necessari pertanto da un lato maggiori investimenti da parte dell’Ammnistrazione comunale per incentivare eventi e manifestioni a tema e dall’altra è necessario che tutta la categoria dei commercianti trovi nuove forme di animazione e di cooperazione seguendo l’esempio di altre città italiane come Siena, Montecatini e non ultimele vicine S.Benedetto e Ascoli Qui le attività si sono riunite in Consorzio e hanno chiesto e ottenuto finanziamenti regionali per realizzare nei rispettivi centri storici quello che viene chiamato “centro commerciale naturale” e per far fronte così non solo alla concorrenza dei centri commerciali esterni ma anche alla odierna crisi finanziaria con attività alternative e interessanti.
Sono da poco diventata mamma per la seconda volta e il mio pensiero è naturalmente rivolto al futuro, alla salute dei miei figli e a quella di tutti i figli di Civitanova. Mi è allo stesso modo a cuore questa città e la vivacità dei luoghi centrali che ne hanno fatto la sua storia; pertanto nella consapevolezza che la grande sfida della città moderna sarà la gestione della mobilità e dei suoi consumi energetici sono nella speranza e tifo per la scelta definitiva e consapevole da parte dell’ l’Amministrazione comunale la strada della sostenibilià ambientale nella consapevolezza che sia l’unica strada percorribile per uno sviluppo aconomico culturale e sociale della città.
M. G.
Civitanova Marche 09.03.2010 FINALMENTE UNA ESPERIENZA DI AMMINISTRAZIONE PARTECIPATA: IL CONSIGLIO COMUNALE APERTO
E’ difficile riuscire a descrivere una sala piena di cittadini e un consiglio tematico sull’inquinamento dell’aria, senza incorrere in omissioni o particolarismi. Noi dell’associazione consumatori e utenti siamo intervenuti per dare alcuni dati sulle polveri sottili provocate dal traffico urbano, dalle emissioni dell’industria e da ogni prodotto dei processi di combustione. Mentre parlavo degli 8000 morti l’anno (fonte OMS) e dei bambini con diversi tipi di malattie dovute alle polveri e alla loro esposizione, avevo nitida in mente l’immagine delle mamme antismog che fanno la gimkana tra le auto parcheggiate e quelle in movimento, o dei ciclisti che passano sui marciapiedi del corso, come se fossero piste ciclabili.
Gli intervenuti, compresi i commercianti, concordano con l’ecozona se inserita in un progetto complessivo di inteventi multifattoriali e pluriformi:
piste ciclabili di servizio, miglioramento del trasporto pubblico, corsie preferenziali, stop alla cementificazione selvaggia, stop ai centri commerciali, parcheggi a ridosso del centro o fuori della città come parcheggi di scambio.
Interessante, tra le proposte, è la rivoluzione culturale dei cittadini che dovrebbero raggiungere la consapevolezza di lasciare l’auto a casa a beneficio del portafoglio e dell’aria, consapevolezza da raggiungere con l’aiuto di percorsi pedonali sicuri per i bambini; e perché no ottenendo il 95% di raccolta differenziata per eliminare quanto prima gli inceneritori e le discariche. Spiegando a tutti che le polveri non spariscono nel nulla ma vengono assimilate nell’organismo umano (inoltre passano attraverso il cordone ombelicale delle mamme al feto), sono causa di malattie bronchiali, cardiovascolari, allergie e neoplasie tumorali.
Soltanto lo sviluppo sostenibile assicura la salute e l’economia anche del terzo settore (i commercianti). La vera rivoluzione culturale è mettere l’uomo al centro delle politiche e non viceversa.
Il 18 Marzo, in regione ci sarà la riunione dei sindaci per armonizzare le scelte in merito alla diminuzione dell’inquinamento (ad es. il monitoraggio delle pm 2,5 in Italia non viene effettuato nonostante la direttiva europea e non esiste un piano energetico), successivamente il sindaco avvierà un tavolo di confronto e condivisione con le associazioni, nei comitati di quartiere e, speriamo, con tutte le categorie di Cittadini per migliorare gli interventi che dovranno rispondere all’emergenza e, successivamente, alla stabilizzazione della normalità. Noi ci saremo e chiederemo ai nostri amministratori i piani del traffico, quelli acustici, quello dell’acqua, di gestione dei rifiuti e della gestione dell’energia per valutare sulle certezze e non sui discorsi (pur sempre utili) la qualità, l’efficienza e l’efficacia delle azioni di governo che rispondono alla maggioranza e alla minoranza secondo un sistema democratico di pesi e di contrappesi. NON VORREMO CHE DOPO IL CONSIGLIO, AD ELEZIONI TERMINATE, TUTTO DECADA NEL DIMENTICATOIO, ANZI, SARA’ DOVERE DELL’OPINIONE PUBBLICA VIGILARE E CON ESSA VIGILERANNO ANCHE LE ASSOCIAZIONI.
di Tiziana Streppa
martedì 5 gennaio 2010
2010 Anno della BIODIVERSITA'
Sussurrerò ad un fiore di non appassire…
Nel gelido inverno crudele che ha sete
Della sua linfa….della sua linfa…..
E riuscirò a strappare un emozione
Da un guscio di vetro emettendo
Un suono che riesca a vibrare più forte nel vento…
Camminerò nel deserto più arido e acceso
In cerca di un fiore audace e capace
Di prendersi gioco del gelido inverno
Ora io voglio cullare quel suono che sgorga dal cuore
Riuscire a tatuare un pensiero sui petali…..
Quel fiore qualunque audace ma senza difese
Rimane sospeso nel punto più in alto
Di quella parete di pietra e granito
E non riuscirò ad arrivare più in alto del vento
Che lascerà un seme a guadare dal cielo
E a far crescere un fiore felice e sereno…
Ora io voglio cullare quel suono che sgorga dal cuore
Riuscire a tatuare un pensiero sui petali…..
Ora io sogno di stare sul bordo di un fiume a guardare
Le foglie cadere e dal vento lasciarle cullare …..
Ora io sogno di stare sul bordo di un fiume a guardare
Le foglie cadere e dal vento lasciarle...
.
Nazioni Unite - Con l’inizio del 2010, le Nazioni Unite hanno posto in marcia L’Anno Internazionale della Biodiversità, proclamato dall’Assemblea Generale per cercare ci ridurre la crescente perdita di specie vive nel pianeta.
La celebrazione prevede un vasto piano d’attività tra le quali una riunione d’alto livello che si svolgerà il 21 e 22 gennaio, nella sede dell’Organizzazione della ONU per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), a Parigi.
Inoltre si realizzeranno altri Forum in città della Norvegia, India, Quasar, Colombia, Cina, Kenia ed a New York durante la prossima 65ª Assemblea Generale di settembre, prima d’una Conferenza Finale in dicembre, a Kanazawa, Japón.
In una dichiarazione appena diffusa, la segretaria della Convenzione sulla Diversità Biologica - CDB - ha segnalato che la varietà della vita sulla Terra è essenziale per il sostenimento dei sistemi che sostentano la salute, il benessere, l’alimentazione, i combustibili e tutti i servizi essenziali.
Inoltre ha segnalato che l’attività umana provoca la distruzione della diversità ad una scala accelerata.
La CDB conta sulla firma di 193 paesi, dalla sua creazione durante il detto Vertice della Terra di Río de Janeiro, nel 1992.
Questo strumento si fonda nella premessa che la diversità degli ecosistemi purifica l’aria e le acque, che sono la base della avita, della stabilità e del clima moderato nel pianeta.
Dati della ONU indicano che attualmente ci sono quasi 48.000 specie minacciate in tutto il mondo e che 17.000 sono in pericolo d’estinzione.
Questo rischio danneggia il 21% dei mammiferi, il 12% degli uccelli, il 28% dei rettili, il 37% dei pesci d’acqua dolce, oltre al 70% delle piante e il 35% degli invertebrati. (PL/Traduzione Granma Int.).
domenica 27 dicembre 2009
IL FUTURO ? IL FUTURO !
---------------
Giobbe Covatta
02 marzo 2010 Il presidente dei Verdi era stato ricoverato dopo 33 giorni di sciopero della fameIeri l'intervento del presidente della Repubblica con l'appello al pluralismo nell'informazione....Bonelli interrompe il digiuno"Grazie alla sensibilità di Napolitano..."Non posso nascondere - spiega il leader dei Verdi - che ho vissuto questi 34 giorni in una grande solitudine politica ma con grande calore da parte dei cittadini. Preciso che sia io che i Verdi italiani abbiamo protestato per un problema che riguarda le basi della democrazia nel nostro paese: non può esserci infat...ti democrazia se non c'è un'informazione libera. Libera di trattare temi che riguardano la salute e la vita dei cittadini". "L'occultamento dei dati epidemiologici e delle vittime sullo smog - prosegue Bonelli - il dissesto idrogeologico che uccide, la mancanza di una discussione seria su come mettere in sicurezza il nostro territorio e l'assenza di contraddittorio rispetto al nucleare sono tutti sintomi di un sistema informativo che ignora le priorità del paese". "La nostra battaglia per un'informazione realmente libera e democratica continuerà nel paese - conclude Bonelli - con tutti gli strumenti non violenti che abbiamo a disposizione. Ringrazio tutte le persone e le associazioni che mi sono state vicine e - ripeto - le parole del presidente Napolitano, che mi hanno convinto a sospendere la protesta".
01 Marzo 2010 REGIONALI: QUIRINALE, NAPOLITANO AUSPICA CHE BONELLI NON PROSEGUA SCIOPERO FAME
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, 'informato delle gravi condizioni di salute dell'on. Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, nel confermare l'attenzione alle motivazioni dello sciopero della fame intrapreso da 33 giorni e nel rinnovare il richiamo al pieno rispetto del principio del pluralismo nella comunicazione politica, auspica che l'on. Bonelli non prosegua in una cosi' estrema forma di protesta'.
Ne da' notizia un comunicato della Presidenza della Repubblica.
lunedì 01 marzo 2010, 12:52 Bonelli (Verdi) ricoverato in ospedale dopo 33 giorni di sciopero della fame - Roma - È stato ricoverato d’urgenza in un ospedale del litorale romano il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che da 33 giorni è in sciopero della fame contro quella che il Sole che ride ha definito "la censura sui temi ambientali da parte dei programmi televisivi e contro la violazione del pluralismo politico". E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, invita a "rispettare il pluralismo nella comunicazione".
Condizioni di salute peggiorate L’ufficio stampa della Federazione dei Verdi fa sapere che "le condizioni fisiche del leader dei Verdi, che da oltre un mese non si nutre e che ha perso oltre 15 chili dall’inizio della protesta, sono peggiorate a causa di marcati problemi renali". "Proprio i problemi renali e la presenza di sangue nelle urine - conclude la nota resa pubblica - hanno spinto i sanitari che seguono Bonelli a disporre un ricovero immediato".
L'appello di Napolitano Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, informato delle gravi condizioni di salute dell’on. Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, nel confermare l’attenzione alle motivazioni dello sciopero della fame intrapreso da 33 giorni e nel rinnovare il richiamo al pieno rispetto del principio del pluralismo nella comunicazione politica, auspica che l’onorevole Bonelli non prosegua in una così estrema forma di protesta.
L'informazione a senso unico non è certo una novità n
el nostro Paese. Oggi, su questo fronte, prende il via una significativa protesta da parte dei Verdi. Di cosa si tratta e quali sono le ragioni? Ho deciso di iniziare questa mattina uno sciopero della fame davanti al centro Rai di Viale Mazzini, perché non ne possiamo più di assistere all' "omicidio in diretta" dei temi ecologisti, che nel Paese sono stati espulsi dal sistema di comunicazione radio-televisiva, con la conseguente espulsione anche dei Verdi. E' una situazione che lede il diritto dei cittadini di essere informati su questioni a loro vicine, e noi ci prendiamo la responsabilità di farlo presente, attraverso lo strumento di protesta dello sciopero. E' una decisione presa come estrema ratio, che avremmo preferito evitare, ma è indispensabile richiamare l'attenzione delle alte cariche istituzionali e dell'opinione pubblica su questo punto di non ritorno. Su quali temi in particolare assistiamo ad una non corretta informazione da parte dei media? In questo particolare momento, in Italia si sta vivendo una delle più gravi emergenze ambientali e sanitarie di sempre, paragonabile a un vero e proprio bollettino di guerra. Mi riferisco allo smog e alla mortalità che ha raggiunto livelli inaccettabili nelle nostre città. Secondo autorevoli studi scientifici nazionali e internazionali, muoiono 20 persone ogni giorno a causa dell'inquinamento da smog, per i danni provocati da PM10, CO3, ossido di carbonio. Enti locali e governo non fanno nulla per migliorare questa vera tragedia quotidiana e l'informazione non informa. I cittadini, se fossero informati di ciò, potrebbero direzionare e condizionare i politici per prendere misure urgenti. Delle 7.400 le persone che muoiono ogni anno a causa dell'inquinamento, con bambini e anziani tra i più esposti, nessuno parla nei talk show che tutti conosciamo, di ogni orientamento e rete televisiva. Da Porta a porta a Ballarò, da Matrix ad Anno zero, solo silenzio. Trattamento simile a quello riservato all'attualissimo tema del nucleare, incubo che presto il Paese rivivrà. Anche se non si sa ancora esattamente dove e come. Il governo sta riportando l'Italia su questa via scellerata, calpestando una volontà popolare espressa attraverso referendum. L'informazione unilaterale e senza contraddittorio è complice dell'esecutivo, che si rifiuta di fare i nomi dei siti delle località individuate per le centrali, violentando la democrazia e il decreto che impone loro di comunicarli entro il 16 febbraio. Proprio poco prima delle elezioni regionali. Un altro esempio che forse può darci l'idea del caso Italia sul piano ambientale, è il modo in cui vengono date le notizie sui cambiamenti climatici. Nei primi giorni di dicembre si è svolto a Copenaghen il Cop15, summit Onu di grande importanza per la lotta ai cambiamenti climatici. In quel frangente si dovevano prendere decisioni fondamentali per il bene dell'umanità e per la qualità della vita di tutti gli abitanti del pianeta. Ebbene, anche in questo caso, non c'è stato alcun talk show, tra quelli noti appena citati, che abbia parlato di questa questione e di quello che accadeva a Copenaghen. Nel frattempo, in tutto il mondo, dalla Cnn, alla Bbc, ai principali canali francesi, andavano in onda aggiornamenti e approfondimenti a rotazione su un tema che riguarda il nostro presente e il futuro delle generazioni che verranno. Di fronte a questa grave e cronica situazione, noi Verdi riteniamo inaccettabile quella che è una vera e propria violenza che gli italiani non possono continuare a subire oltre. Per questo oggi inizio questo sciopero, che sarà continuato nei prossimi giorni da altri esponenti Verdi di tutte le regioni italiane. Come ho scritto anche al presidente della Repubblica, chiediamo che in questo Paese il tema ambiente ci sia. Perché, finora, non c'è mai stato. Diego Carmignani da Terra
.
COHN BENDIT: "L'UNICA STRADA E' LA RICONVERSIONE ECOLOGICA DELL'AUTO" .Intervista L'europarlamentare, leader di Europe écologie, sostiene la necessità di una radicale trasformazione dell'industria automobilistica. Riduzione delle produzioni più inquinanti, incentivi mirati e una nuova mobilità «La riconversione ecologica rappresenta l'unico mezzo per salvare i posti di lavoro, ma occorre che una parte dei lavoratori dell'industria automobilistica sia formata per un altro mestiere, perché non potrà rimanere nell'auto». Daniel Cohn Bendit, europarlamentare verde eletto a furor di popolo in Francia, leader della lista Europe écologie, interviene sulla crisi del settore automobilistico e sul dramma dei posti di lavoro già persi e che si perderanno nel corso dell'anno.Il modello dell'ex Dany il Rosso, tra gli ecologisti più riconosciuti al mondo, è di rottura radicale con il passato. «L'unico possibile - avverte - per garantire un futuro d'uscita dalla crisi». Siamo arrivati a un punto di non ritorno nella nostra società ipersviluppista?Il produttivismo di oggi è pericoloso per tutti. Bisogna necessariamente porsi la domanda sul significato odierno della parola "crescita". Bisogna innanzitutto badare alla nostra vivibilità. Il settore automobilistico annaspa e ogni governo ci mette tanti soldi. è la strada giusta? Nell'intera Unione europea c'è un dibattito molto difficile sull'auto. La maggior parte della politica, però, mente. La verità è che in tutto il Vecchio continente siamo arrivati a un 35 per cento di sovrapproduzione di auto. E la posizione della sinistra e della destra sul settore è la stessa di venti anni fa sulla siderurgia. "Bisogna salvare la siderurgia", si diceva. Ma ora dov'è questa siderurgia? Non c'è più. Gli incentivi, così come concepiti finora, non hanno trasformato niente. Diversamente da quanto fatto finora, vanno invece utilizzati per la trasformazione ecologica dell'industria dell'auto. La Fiat, come gli altri colossi, dovrà progressivamente produrre meno auto e si dovrà investire sempre di più nella mobilità ecologica delle città.Come cambiare, allora, senza che nessuno debba rimetterci il lavoro? Certamente nessun cambiamento è ammissibile se fatto sulla pelle dei lavoratori, che anzi vanno accompagnati e sostenuti. Oggi bisogna cambiare totalmente il sistema di mobilità: innanzitutto la maggior parte delle automobili prodotte è troppo inquinante, e serve una regola europea per far finire questo tipo di produzione. Occorre fare in modo che un certo tipo di economia, vecchia e inquinante, non cresca più. Un esempio concreto di riconversione ecologica? Il tram. è il futuro di tutte le città. La produzione di tram nei prossimi 10-15 anni sarà più grande di quella di Airbus e degli altri colossi. La mia proposta è quella di dare un salario di trasformazione ai lavoratori che vengono dall'industria dell'automobile per consentire loro, ad esempio, di costruire tram. Questa è una politica industriale nuova. La società fondata sull'automobile nei prossimi 10-15 anni sarà finita. L'errore tradizionale della destra e della sinistra è di pensare che esista una risposta alla crisi economica e finanziaria che non sia una risposta ecologica. E' vero esattamente il contrario: contro la crisi la risposta ecologica è l'unica possibile.
06 gennaio 2010 Ecco l'Europa unitadell'eco-energia: La Norvegia svolgerà il ruolo di batteria dell' elettricità in eccessodi ELENA DUSI
ROMA - L'"Europa unita dell'energia" sta per nascere dal mare del Nord. E l'elettricità venuta dal freddo sarà completamente pulita: ricavata dal sole, dal mare e dal vento. Seimila chilometri di cavi in gran parte sottomarini collegheranno infatti in un'unica rete le pale eoliche di Gran Bretagna e Danimarca, la centrale a maree della Francia, quella vera e propria miniera di energia idroelettrica che è la Svezia e i pannelli solari tedeschi. A completare il mosaico dei nove paesi della "Rete del Mare del Nord" restano Belgio, Olanda, Lussemburgo, Irlanda. Tutti insieme, puntano a produrre 100 gigawatt di potenza elettrica, quanto basta a far funzionare tra i 30 e i 40 milioni di abitazioni risparmiando la costruzione di un centinaio di centrali a carbone di dimensioni medio-grandi.Il progetto è stato discusso in una riunione preliminare dai governi dei nove paesi a dicembre in Irlanda e nel vertice sul clima di Copenaghen. Ma è da quest'anno che i piani operativi dovrebbero decollare, per arrivare a pieno compimento nel corso del decennio con una spesa prevista di 30 miliardi di euro. La stampa, soprattutto tedesca e inglese, ha iniziato in questi giorni a far trapelare i dettagli dell'ambizioso progetto, nato per rimediare al tallone d'Achille di fonti energetiche come sole, mare e vento: incostanza e imprevedibilità.I paesi del mare del Nord hanno ragionato che se in Scozia dovesse mancare il vento, probabilmente le pale eoliche saranno in movimento in Olanda. E se la marea dovesse tardare in Francia o le onde deludere, si potrà sempre far ricorso all'affidabile flusso dalle dighe dei fiordi scandinavi. Come nel caso del pollo di Trilussa, ciascun paese se messo in rete avrà la sua quota di energia garantita dalla statistica. Con la sicurezza di un approvvigionamento costante che val bene il prezzo di migliaia di chilometri di cavi ad alta tensione posati su fondali tempestosi e della dispersione di corrente tutt'altro che trascurabile che il trasporto a così grandi distanze comporta.
OAS_RICH('Middle');
Oltre ai nove paesi, il piano prevede la partecipazione della Norvegia nel ruolo di "batteria". Quando l'energia prodotta da mare, sole e vento supererà i consumi, potrà infatti essere usata per sollevare l'acqua e "ricaricare" gli impianti idroelettrici del paese scandinavo. Che sarà pronto a restituire l'energia nel momento in cui la rete del mare del Nord sarà invece con il fiato corto. L'Europa si troverà così avvolta da una rete elettrica "del freddo" a nord, e da una "del caldo" a sud. Alla sfida del Mare del nord vuole rispondere infatti il Mediterraneo con un mosaico di centrali solari sparpagliate nel deserto del Sahara e oltre, collegate da una ragnatela di cavi ad alta tensione distesi dal Marocco alla Giordania e poi diretti anche in Europa passando sempre per i fondali del mare. Capofila del progetto, battezzato "Desertec" e varato lo scorso novembre, è quella Germania unico paese deciso a investire sulle fonti rinnovabili sia sullo scacchiere nord che su quello sud. Solo unendosi in rete, credono a Berlino, l'Europa potrà superare i problemi di carbone, petrolio e uranio e raggiungere l'obiettivo di Copenhagen: 20% dell'energia da fonti rinnovabili entro il 2020
http://www.genitoriantismog.it/ DICIAMO BASTA A CHI DA' SEMPRELA PRECEDENZA ALLE MACCHINE - OBIETTIVI E FINALITÀ DELL'ASSOCIAZIONE La nostra è una campagna di azione e cultura. Azione: per spronare i nostri amministratori a mettere finalmente in atto una vera politica ambientale. Cultura: per toccare quei luoghi che possano dare un contributo al miglioramento del problema del traffico e dell'inquinamento attraverso iniziative e progetti. Vale a dire scuole, istituzioni comunali, aziende e attività commerciali. Perchè la battaglia contro l'inquinamento deve essere affrontata con il contributo di TUTTI.
* INTRODUZIONE DEL TICKET inteso come "congestion charge" - e non come "pollution charge" basata su una quanto mai discutibile classifica dei veicoli più o meno inquinanti. Infatti il senso di tale operazione deve essere quello di creare un deterrente all'uso massiccio e spesso indiscriminato dell'auto privata. Quindi è giusto che a pagare il ticket siano tutti coloro che usano l'auto senza eccezione, affinché si ottenga il risultato di modificare le modalità di spostamento a favore di nuove abitudini più sostenibili. Tale operazione deve essere accompagnata da una gestione trasparente dei proventi del ticket, da destinare unicamente alla mobilità.
* PIU' MEZZI PUBBLICI che sono la vera risposta all'assedio del traffico e per questo devono diventare veramente competitivi all'uso dell'auto privata attraverso: l'aumento delle corse giornaliere e il prolungamento degli orari di apertura della metropolitana, la riconversione dei mezzi pubblici maggiormente inquinanti, la creazione di nuove corsie preferenziali, l'apprestamento di sistemi di salita/discesa per portatori di handicap e passeggini su tutti i mezzi pubblici, semafori asserviti ai mezzi pubblici, tariffe agevolate (in particolar modo attuare finalmente quanto già deliberato, ovvero un biglietto unico per i mezzi pubblici di Milano e hinterland) e incentivi che rendano economicamente competitivo l'uso dei mezzi pubblici.
* VIABILITA' CICLABILE perché la bicicletta può giocare un ruolo fondamentale nella lotta al traffico e all'inquinamento. Chiediamo che venga valorizzato il suo utilizzo attraverso la realizzazione di una capillare rete di piste ciclabili, divisione dei marciapiedi ampi (già spesso occupati da macchine in sosta) in una fascia pedonale e in una pista ciclabile delimitata, promozione di una campagna culturale sull'uso della bicicletta, istituzione di punti di noleggio delle biciclette in zone nevralgiche della città.
* CHIUSURA CENTRO STORICO E CREAZIONE ISOLE PEDONALI/AMBIENTALI perché pensiamo che il centro storico sia lo scrigno del patrimonio storico ed artistico di una città: il traffico non è solo smog ma anche forte impatto ambientale, incuria, immagine che peggiora sensibilmente la percezione del luogo in cui si vive. Allo stesso tempo crediamo che ogni quartiere possa essere valorizzato e restituito all'uso dei cittadini con la creazione di isole ambientali o pedonali.
* TARGHE ALTERNE in via provvisoria ma stabile sino al raggiungimento per almeno due anni dei limiti fissati dalle direttive europee in tema di inquinamento atmosferico. Le targhe alterne, come dimostrato da ARPA Lombardia, riducono del 27%, e da subito, le concentrazioni di particolato e contribuiscono anche a modificare le proprie modalità di spostamento.
* TAXI E RADIOBUS, CAR SHARING E CAR POOLING sono servizi che possono contribuire sensibilmente alla riduzione dell'uso dell'auto privata. Chiediamo dunque all'amministrazione di potenziarli e di mettere in atto sistemi che ne agevolino l'utilizzo da parte dei cittadini.
* PARCHEGGI D'INTERSCAMBIO perché parcheggi pubblici e privati nel centro cittadino non sono una risposta adeguata: crediamo che la risposta giusta sia quella di prevedere la costruzione di un maggior numero di parcheggi di interscambio, che aiutino a limitare il flusso dei veicoli in ingresso, laddove i parcheggi in centro - quando non destinati unicamente ai residenti - al contrario lo attirano.
* LAVAGGIO STRADE anche per abbattere il particolato: un costante e diffuso lavaggio delle strade porterebbe dei grandi benefici. Al fine di evitare sprechi di acqua potabile, si potrebbe utilizzare l'acqua di falda, come già avviene per l'irrigazione di alcuni parchi pubblici.
* RISCALDAMENTO come attesta l'ARPA regionale, in Lombardia il contributo del riscaldamento all'aumento del PM10 presente nell'aria è pari al 30%. Riteniamo fondamentale prendere provvedimenti a breve termine, in particolare rivolti alla riduzione dei consumi e alla riqualificazione energetica degli edifici, a partire da quelli pubblici (uffici, sedi di Enti e Amministrazioni, scuole, università, caserme, ospedali ecc.) e delle grandi proprietà immobiliari (banche, assicurazioni, grandi gruppi immobiliari). Auspichiamo anche una campagna di sensibilizzazione rivolta ai singoli proprietari di abitazioni, affinchè attuino interventi di risparmio energetico sui loro edifici.
* INTERVENTI DI CONTROLLO che siano continui ed incisivi, con conseguenti sanzioni per il mancato rispetto delle norme sui gas di scarico delle autovetture e del codice della strada che, ove non rispettate, contribuiscono grandemente a peggiorare l'inquinamento, la sicurezza e la vivibilità di Milano (mancato rispetto degli attraversamenti pedonali, eccesso di velocità, sosta in seconda fila e con il motore acceso, parcheggio sui marciapiedi, ecc.. La battaglia contro l'inquinamento deve essere affrontata con il contributo di tutti. E infine, perchè sia chiaro che vogliamo una vera inversione di tendenza, piantare tanti, tantissimi ALBERI!
scritto alle 13:25 del 29/12/2009 da Giovanni Coppola in Anticipazioni, City Car, Inquinamento Il boom delle auto low cost è partito dall’India con la Tata Nano ed è arrivato fino agli Stati Uniti con una vettura che costerà solamente 865 dollari (circa 600 euro) grazie agli incentivi del Governo Obama.
La Kandi Coco è un’auto completamente elettrica che può quindi beneficiare degli incentivi finanziari. In Italia un’auto così la chiameremmo “microcar”, ma un costo di 600 euro ce lo possiamo solamente sognare. Il prezzo di partenza di questa vettura era di 10 mila dollari, ma grazie agli incentivi sarà venduta al 90% in meno.
Ovviamente è una vetturina che serve solamente per girare in città. Arriva al massimo a 40 km/h e, dunque, è indicata solamente per il traffico cittadino. Con sei ore si ricarica completamente e garantisce un’autonomia di quasi cento chilometri.
Di certo si tratta di un prodotto innovativo e versatile, che starebbe benissimo anche nelle nostre città. Se poi il prezzo fosse almeno simile a quello americano, avremmo veramente un boom di vendite anche nel nostro Bel Paese.
luglio 2009 Masdar City, la città del futuro a emissioni zero A partire dall’ultima crisi petrolifera, in cui i prezzi dei barili di greggio erano saliti a quote insostenibili e le potenze occidentali avevano iniziato a guardare con crescent e interesse alle fonti energetiche alternative, i paesi Arabi e del Medio Oriente, grandi produttori di petrolio, avevano iniziato a farsi avanti su questo ulteriore messaggio energetico.
Anche oggi, con il prezzo del greggio crollato, non è sfumata l’idea di investire gli sconfinati flussi di denaro ottenuti dalla vendita dell’oro nero, nello sviluppo di nuove tecnologie energetiche.
Masdar City rappresenta forse l’esempio più significativo di questa tendenza. La città del futuro, a emissioni zero, è un affascinante progetto su cui stanno investendo la bellezza di 22 miliardi di dollari gli Emirati Arabi Uniti, oggi paese ai primi posti al mondo per emissioni di gas serra pro capite.
La città, oggi ancora un immenso cantiere, ambisce a diventare un centro di eccellenza mondiale in questione di sostenibilità, esempio di sviluppo urbano per il resto del mondo, la prima in assoluto totalmente priva di emissioni.
Il progetto muove principalmente su tre fronti:
Il primo è quello dell’energia, che sarà approvvigionata tramite l’utilizzo di impianti fotovoltaici ed eolici, oltre che ottenuta dal trattamento della stessa spazzatura della città, che troverà in questo modo un’ulteriore via verso il riciclo e il riutilizzo; Il secondo è quello dei trasporti, la cui concezione sarà totalmente rivoluzionata: non più una netta separazione tra mezzi pubblici e privati, ma una rete fitta e capillare (1500 “stazioni” circa) di micrometropolitane per uso semi-individuale (pods), chiamato Rapid Transit System, che permetterà di raggiungere agevolmente qualsiasi punto della città; Il terzo infine è la ricerca, con l’avvio dell’Institute of Science and Technology (in fase di realizzazione in collaborazione con il MIT), che ancora non nato, già ambisce ad essere il primo polo di eccellenza mondiale nella ricerca su tecnologie per l’efficienza, le energie alternative e la sostenibilità ambientale.
Ognuno di questi punti, con la comune intenzione di attrarre dall’estero investimenti, idee e ricercatori. E di certo con il positivo effetto di offrire un esempio concreto di quali linee di sviluppo debbano seguire in futuro le grandi metropoli per essere sostenibili e pretendere ad una certa vivibilità.
------------------------------------------------------------
sabato 28 novembre 2009
ECONOMIA SOSTENIBILE
Sandra Ruggeri Novembre 2009
2009 Convegno Hera SpA:
- Presentazione bilanci di sostenibilità
...
....