sabato 13 marzo 2010

INDICE eco-marche

Elenco Argomenti trattatiCliccando su ogni titolo dell'indice, verrà visualizzata la pagina con gli articoli collegati

01) Indice argomenti eco-marche
02) Daniel Cohn-Bendit
03) DONNE
04) 2010 Anno della BIODIVERSITA'
05) IL FUTURO? IL FUTURO!
06) ECONOMIA SOSTENIBILE
07) TUTTI INSIEME
08) VOCE VERDE aggiornamento 16/05/2010
09) Gruppo Cinque Terre
10) CLIMA
11) AGENDA VERDE MARCHE
12) AGENDA VERDE ITALIA
13) TRASPORTO SOSTENIBILE
14) MARCHE NOTIZIE AMBIENTE
15) RIFIUTI
16) STOP CONSUMO TERRITORIO
17) NUCLEARE
18) perchè eco-marche blog

lunedì 8 marzo 2010

Daniel Cohn-Bendit - Europe Ecologie

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13 Aprile 2010 «Il Novecento è finito La sinistra si svegli»
Intervista a Daniel Cohn-Bendit
«Per immaginare il futuro della sinistra non conta tanto stabilire da dove veniamo, ma dove vogliamo andare. Non è importante se uno è ecologista, socialista o comunista, la stagione dei partiti è finita in ogno caso. Penso che oggi non abbiano più senso né i partiti-azienda né i partiti-macchina: credo che dovremmo tutti immaginarci qualcosa di diverso, inventare una cooperativa politica, capace di tradurre una tendenza in strategia. E’ necessario ripoliticizzare la società civile e, contemporaneamente, civilizzare la società politica». Daniel Cohn-Bendit questa sua formula la va ripetendo da tempo, già da prima delle recenti elezioni regionali che hanno visto la formazione di Europe Écologie, di cui è stato uno dei fondatori, raccogliere il dodici e mezzo per cento dei consensi, dopo che alle europee del 2008 aveva toccato il sedici. Figlio di ebrei tedeschi rifugiatisi in Francia durante il nazismo, Cohn-Bendit è stato uno dei protagonisti del Maggio ’68 parigino. Approdato al movimento dei Verdi è stato eletto nel 1989 al consiglio comunale di Francoforte, dove è diventato responsabile per gli affari multiculturali. Dal 1994 è deputato europeo. La sua proposta per la costruzione di una nuova sinistra è stata raccolta nel volume Che fare? pubblicato recentemente da Nutrimenti (pp. 144, euro 12.00).
All’indomani delle recenti elezioni regionali francesi lei ha ribadito un tema su cui sta riflettendo da tempo, quello della fine dei vecchi partiti novecenteschi. Ci può spiegare di che si tratta? E’ la forma tradizionale di organizzazione dei partiti, così come si è andata definendo nel corso del Novecento, che penso debba essere messa in discussione oggi. Allo stesso modo è un parte del bagaglio ideologico della sinistra, ma anche della destra, che deve essere rivisto: in particolare tutto ciò che è legato all’idea che basti la semplice crescita economica per risolvere ogni problema di redistribuzione della ricchezza e di uguaglianza sociale. Credo che in questo nuovo millennio non si possano più affrontare le cose in questi termini, del resto le nuove povertà e le nuove esclusioni che crescono proprio nei paesi più ricchi e sviluppati sono lì a dimostrarlo.
In quest’ottica, quale percorso auspica per la sinistra? C’è bisogno che tutta la sinistra si interroghi in modo nuovo, al di là delle diverse sensibilità che esprime attualmente: dai socialdemocratici alla sinistra radicale fino a ciò che io definisco come una nuova posizione politica emergente, vale a dire quella incarnata dall’ecologia. Si dirà che l’ecologia non rappresenta più una novità dell’ultima ora, eppure credo che continui a sfidare l’identità più “tradizionalista” delle sinistre, le loro storie e le loro forme di presenza e azione nella società, il loro stesso modo di fare politica. Ecco, intanto si potrebbe ripartire da questa sfida che mi sembra molto interessante e, potenzialmente, prolifica.
Lei ha detto che i partiti sono morti e che la forma di aggregazione a cui pensa è quella della cooperativa: ma cosa rappresenta una coop in politica? Parlare di “cooperativa” riguardo alla politica significa un po’ tornare a una parte del nostro patrimonio politico, quella rappresentata dalle pratiche e dall’idea dell’autogestione. Io ne parlo per indicare la ricerca di forme di cooperazione politica che sappiano sottrarsi alla solita “macchina della politica” gerarchizzata e sempre pronta a strumentalizzare la disponibilità e la passione dei militanti. Penso a una “cooperativa politica” dove ciascuno conta per quello che fa, e ogni elettore può far pesare il suo voto, senza che su tutto questo si produca la solita formazione di stati maggiori e di funzionari. Se oggi c’è qualcosa di nuovo che si sta mettendo in moto nella società, non si deve fare l’errore di affidare all’ennesimo “nuovo” partito questa dinamica: si deve immaginare una forma nuova che rispetti la pluralità e, al contempo, la singolarità delle sue componenti.
In “Che fare?” ha scritto che solo questa “nuova politica” potrà cogliere appieno le trasformazioni avvenute nella sfera produttiva e il diffondersi di quel capitalismo cognitivo che sfrutta ogni forma di relazione umana e di sapere. In quale modo potrà avvenire? Diciamo che la società cognitiva in cui siamo immersi ci consente di immaginare anche nuove forme per l’organizzazione politica, per esempio utilizzando la rete, dove gli scambi sono immediati e privi di “gerarchia”. In questa prospettiva, di una società più libera e aperta, possiamo immaginare che proprio il nuovo ruolo assunto dal sapere ci indirizzi verso il superamento delle fondamenta stesse del capitalismo.
Oggi in Europa non ci si misura solo con la crisi delle sinistre, ma con una potente ventata di destra, se non una vera e propria Rivoluzione Conservatrice che accompagna e interpreta una ristrutturazione economica e sociale. L’ultimo paese da cui è venuto un tale segnale è l’Ungheria dove si è votato nel weekend. Cosa ne pensa? Intanto, proprio in Ungheria si è assistito alla spettacolare crescita dell’estrema destra razzista e antisemita e della nuova destra neoliberale, al crollo della socialdemocrazia locale, proveniente daggli ambienti postcomunisti, ma anche dall’affermazione, ed è la prima volta in un paese dell’Est, di una forza ecologista di sinistra che ha raccolto circa il sette per cento dei consensi. Quindi anche qui si misurano più o meno le stesse tendenze che vediamo all’opera in Italia o in Francia o in altri paesi più ricchi e organizzati. L’ecologia politica emerge come la migliore risposta alla deriva autoritaria neoliberale, quando non apertamente venata di fascismo, che si sta sviluppando nelle nostre società. Di fonte alle inquietudini sorte nell’ambito delle società globalizzate le due ipostesi sono in campo: personalmente considero l’ecologia la vera alternativa alle spinte reazionarie.
Quindi, come uscire dalla crisi sociale e politica contrastando le spinte regressive e razziste che emergono un po’ ovunque in Europa? Bisogna mettere la società davanti alle proprie responsabilità. Alla crisi legata alla globalizzazione e alle forme di funzionamento del capitalismo, si può rispondere con l’individualismo generalizzato - in Italia avete un’ottima formula, quella di qualunquismo, per descrivere questa tendenza - incarnato ad esempio dalla figura di Silvio Berlusconi, oppure con la costruzione di una nuova solidarietà. E’ questo il vero tema che fa da sfondo al dibattito che si è aperto nella sinistra europea: un altro modo di fare e vivere la politica e un’innovazione potente nel linguaggio come nelle proposte può cercare di far pendere le nostre società verso lo spazio di una nuova solidarietà, piuttosto che in quello dell’individualismo dove crescono le nuove destre e il razzismo.
Ci sono delle nuove parole d’ordine per spiegare tutto ciò alle persone? Non è con le parole d’ordine che si possono convincere le persone, ma con una nuova credibilità nel proprio comportamento politico. E soprattutto con una nuova politica.
Guido Caldiron in data:13/04/2010

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07 Marzo 2010 Daniel Cohn-Bendit Leader di Europe Ecologie manda un messaggio video ai Verdi italiani clicca qui


venerdì 15 gennaio 2010

DONNE




15 marzo 2010 E’ sempre più indispensabile al giorno d’oggi parlare di qualità della vita ed in particolare di qualità della vita dei cittadini, se riferito al recente dibattito a Civitanova sulle polveri sottili e sulla qualità dell’aria in centro città. La qualità della vita non può che essere il tema centrale su cui impostare qualsiasi politica sociale ed economica per ogni Amministratore pubblico, così come nei rapporti umani, nelle relazioni e anche nella vita lavorativa di chiunque.
Sulla qualità ho sempre pensato di dover puntare anche io nella mia professione di architetto cercando nella bioarchitettura e nell’urbanistica sostenibile una risposta ai problemi della progettazione nel mio campo professionale.
Insieme al Circolo cittadino di Legambiente, di cui faccio parte attivamente da alcuni anni, ho per gli stessi principi aderito favorevolmente al progetto “insieme per una vita migliore”; progetto finanziato dal Centro Servizi per il volontariato di Macerata e redatto insieme ad altre associazioni di volontariato civitanovesi che nello stesso nome rimanda alla necessità di porre al centro di riflessioni in ambito ambientale, medico, sociale ed etico l’importanza di un modello di vita basato sulla salute e sulla qualità della vita.
In tema di mobilità sostenibile sono stata promotrice e ideatrice del progetto di Legambiente di educazione ambientale recentemente avviato insieme alle scuole che invita ragazzi e famiglie a spostamenti all’interno del territorio comunale in modo più attento all’ambiente; attraverso i loro progetti e le loro idee messe a confronto in un “concorso grafico” sono stati premiate idee e soluzioni che gli stessi bambini hanno trovato per risolvere le criticità riscontrate all’interno dei quartieri in termini di mancanza di spazi verdi e di percorsi sicuri casa- scuola.
Mi è caro percio particolarmente il tema della mobilità sostenibile in una città dove merci e persone si muovono prevalentemente tramite mobilità privata con uno scarso ruolo dei mezzi pubblici e un trasporto urbano sottoutilizzato. Un tema, quello della mobilità cittadina, mai seriamente affrontato dalle Amministrazioni comunali che si sono succedete in questi anni, fatto di interventi discontinui e incerti che hanno via via privilegiato i luoghi dove parcheggi, viabilità e commercio sono stati prima studiati a tavolino e dove, con chiarezza e criteri condivisi, sono stati fatti progetti e realizzate idee.
Ben venga allora un consiglio comunale aperto: Purchè sia l’inizio di un tavolo di consultazione condiviso con tutte le forme di rappresentanza dei cittadini per sostenere e promuovere scelte concrete sul tema e per dare uno slancio e far fare un salto di qualità alla città, al suo centro storico e alle attività lavorative che negli anni con successo si sono li stabilizzate.
In linea con le scelte condivise da quasi tutte le città italiane la mia idea a proposito non può che essere favorevole pertanto alla eco - zona del centro ma a questa iniziativa deve corrispondere tuttavia, in primo luogo, uno studio concreto sulle modalità di accesso carrabile e pedonale agli ingressi di quest’area dai vari punti della città, l’incentivazione dei trasporti urbani e non ultima la parallela vivacizzazione delle attività comnmerciali dei luoghi centrali.
Sono necessari pertanto da un lato maggiori investimenti da parte dell’Ammnistrazione comunale per incentivare eventi e manifestioni a tema e dall’altra è necessario che tutta la categoria dei commercianti trovi nuove forme di animazione e di cooperazione seguendo l’esempio di altre città italiane come Siena, Montecatini e non ultimele vicine S.Benedetto e Ascoli Qui le attività si sono riunite in Consorzio e hanno chiesto e ottenuto finanziamenti regionali per realizzare nei rispettivi centri storici quello che viene chiamato “centro commerciale naturale” e per far fronte così non solo alla concorrenza dei centri commerciali esterni ma anche alla odierna crisi finanziaria con attività alternative e interessanti.
Sono da poco diventata mamma per la seconda volta e il mio pensiero è naturalmente rivolto al futuro, alla salute dei miei figli e a quella di tutti i figli di Civitanova. Mi è allo stesso modo a cuore questa città e la vivacità dei luoghi centrali che ne hanno fatto la sua storia; pertanto nella consapevolezza che la grande sfida della città moderna sarà la gestione della mobilità e dei suoi consumi energetici sono nella speranza e tifo per la scelta definitiva e consapevole da parte dell’ l’Amministrazione comunale la strada della sostenibilià ambientale nella consapevolezza che sia l’unica strada percorribile per uno sviluppo aconomico culturale e sociale della città.

M. G.

Civitanova Marche 09.03.2010 FINALMENTE UNA ESPERIENZA DI AMMINISTRAZIONE PARTECIPATA: IL CONSIGLIO COMUNALE APERTO
E’ difficile riuscire a descrivere una sala piena di cittadini e un consiglio tematico sull’inquinamento dell’aria, senza incorrere in omissioni o particolarismi. Noi dell’associazione consumatori e utenti siamo intervenuti per dare alcuni dati sulle polveri sottili provocate dal traffico urbano, dalle emissioni dell’industria e da ogni prodotto dei processi di combustione. Mentre parlavo degli 8000 morti l’anno (fonte OMS) e dei bambini con diversi tipi di malattie dovute alle polveri e alla loro esposizione, avevo nitida in mente l’immagine delle mamme antismog che fanno la gimkana tra le auto parcheggiate e quelle in movimento, o dei ciclisti che passano sui marciapiedi del corso, come se fossero piste ciclabili.
Gli intervenuti, compresi i commercianti, concordano con l’ecozona se inserita in un progetto complessivo di inteventi multifattoriali e pluriformi:
piste ciclabili di servizio, miglioramento del trasporto pubblico, corsie preferenziali, stop alla cementificazione selvaggia, stop ai centri commerciali, parcheggi a ridosso del centro o fuori della città come parcheggi di scambio.
Interessante, tra le proposte, è la rivoluzione culturale dei cittadini che dovrebbero raggiungere la consapevolezza di lasciare l’auto a casa a beneficio del portafoglio e dell’aria, consapevolezza da raggiungere con l’aiuto di percorsi pedonali sicuri per i bambini; e perché no ottenendo il 95% di raccolta differenziata per eliminare quanto prima gli inceneritori e le discariche. Spiegando a tutti che le polveri non spariscono nel nulla ma vengono assimilate nell’organismo umano (inoltre passano attraverso il cordone ombelicale delle mamme al feto), sono causa di malattie bronchiali, cardiovascolari, allergie e neoplasie tumorali.
Soltanto lo sviluppo sostenibile assicura la salute e l’economia anche del terzo settore (i commercianti). La vera rivoluzione culturale è mettere l’uomo al centro delle politiche e non viceversa.
Il 18 Marzo, in regione ci sarà la riunione dei sindaci per armonizzare le scelte in merito alla diminuzione dell’inquinamento (ad es. il monitoraggio delle pm 2,5 in Italia non viene effettuato nonostante la direttiva europea e non esiste un piano energetico), successivamente il sindaco avvierà un tavolo di confronto e condivisione con le associazioni, nei comitati di quartiere e, speriamo, con tutte le categorie di Cittadini per migliorare gli interventi che dovranno rispondere all’emergenza e, successivamente, alla stabilizzazione della normalità. Noi ci saremo e chiederemo ai nostri amministratori i piani del traffico, quelli acustici, quello dell’acqua, di gestione dei rifiuti e della gestione dell’energia per valutare sulle certezze e non sui discorsi (pur sempre utili) la qualità, l’efficienza e l’efficacia delle azioni di governo che rispondono alla maggioranza e alla minoranza secondo un sistema democratico di pesi e di contrappesi. NON VORREMO CHE DOPO IL CONSIGLIO, AD ELEZIONI TERMINATE, TUTTO DECADA NEL DIMENTICATOIO, ANZI, SARA’ DOVERE DELL’OPINIONE PUBBLICA VIGILARE E CON ESSA VIGILERANNO ANCHE LE ASSOCIAZIONI.


di Tiziana Streppa

martedì 5 gennaio 2010

2010 Anno della BIODIVERSITA'

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La Ballata Di Un Fiore



Sussurrerò ad un fiore di non appassire…

Nel gelido inverno crudele che ha sete

Della sua linfa….della sua linfa…..

E riuscirò a strappare un emozione

Da un guscio di vetro emettendo

Un suono che riesca a vibrare più forte nel vento…

Camminerò nel deserto più arido e acceso

In cerca di un fiore audace e capace

Di prendersi gioco del gelido inverno

Ora io voglio cullare quel suono che sgorga dal cuore

Riuscire a tatuare un pensiero sui petali…..

Quel fiore qualunque audace ma senza difese

Rimane sospeso nel punto più in alto

Di quella parete di pietra e granito

E non riuscirò ad arrivare più in alto del vento

Che lascerà un seme a guadare dal cielo

E a far crescere un fiore felice e sereno…

Ora io voglio cullare quel suono che sgorga dal cuore

Riuscire a tatuare un pensiero sui petali…..

Ora io sogno di stare sul bordo di un fiume a guardare

Le foglie cadere e dal vento lasciarle cullare …..

e dal vento lasciarle cullare

Ora io sogno di stare sul bordo di un fiume a guardare

Le foglie cadere e dal vento lasciarle...

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04 Gennaio 2010 L'ONU pone in marcia l’ Anno Internazionale della Biodiversità Víctor M. Carriba
Nazioni Unite - Con l’inizio del 2010, le Nazioni Unite hanno posto in marcia L’Anno Internazionale della Biodiversità, proclamato dall’Assemblea Generale per cercare ci ridurre la crescente perdita di specie vive nel pianeta.
La celebrazione prevede un vasto piano d’attività tra le quali una riunione d’alto livello che si svolgerà il 21 e 22 gennaio, nella sede dell’Organizzazione della ONU per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), a Parigi.
Inoltre si realizzeranno altri Forum in città della Norvegia, India, Quasar, Colombia, Cina, Kenia ed a New York durante la prossima 65ª Assemblea Generale di settembre, prima d’una Conferenza Finale in dicembre, a Kanazawa, Japón.
In una dichiarazione appena diffusa, la segretaria della Convenzione sulla Diversità Biologica - CDB - ha segnalato che la varietà della vita sulla Terra è essenziale per il sostenimento dei sistemi che sostentano la salute, il benessere, l’alimentazione, i combustibili e tutti i servizi essenziali.
Inoltre ha segnalato che l’attività umana provoca la distruzione della diversità ad una scala accelerata.
La CDB conta sulla firma di 193 paesi, dalla sua creazione durante il detto Vertice della Terra di Río de Janeiro, nel 1992.
Questo strumento si fonda nella premessa che la diversità degli ecosistemi purifica l’aria e le acque, che sono la base della avita, della stabilità e del clima moderato nel pianeta.
Dati della ONU indicano che attualmente ci sono quasi 48.000 specie minacciate in tutto il mondo e che 17.000 sono in pericolo d’estinzione.
Questo rischio danneggia il 21% dei mammiferi, il 12% degli uccelli, il 28% dei rettili, il 37% dei pesci d’acqua dolce, oltre al 70% delle piante e il 35% degli invertebrati. (PL/Traduzione Granma Int.).